Mausoleo Galla Placidia


IL CERVO DELLA MESOLA ED IL  MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA A RAVENNA.

Il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna (prima metà del V° secolo) mostra al suo interno una famosissima ed importante decorazione musiva, organizzata secondo varie immagini in sequenza: il Mausoleo  è patrimonio dell’umanità, protetto dall’UNESCO.        Fra le immagini dei mosaici sono comprese due lunette con cervi che si abbeverano alla fonte, iconografia molto diffusa del salmo biblico 41 (42), 1-2, uscenti da una trama di spirali e cerchiari d’acanto.   Le due lunette sono orientate rispettivamente verso ovest e verso est; la lunetta est rappresenta, fra evidenti segni di bella stagione o di primavera, due cervi con manto pomellato; nella lunetta ovest con segni di brutta stagione, il manto è uniforme.
E’ essenziale sottolineare già all’inizio del saggio la relativa vicinanza spaziale (50 Km circa) fra il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna ed il bosco della Mesola nel delta del Po, dove miracolosamente è sopravvissuta una piccola popolazione di cervi che presenta il manto pomellato nella bella stagione.      Su questa semplice constatazione si basano significato e scopo di questo saggio di natura  essenzialmente storica, fortemente strutturato su studi di supporto quali la storia dei restauri del Mausoleo e dei suoi mosaici (le immagini dei cervi sono assolutamente originarie del V° secolo, non hanno subito alcun restauro) e la natura di programma politico-religioso dell’intera decorazione musiva, in cui nulla è lasciato al caso, ma tutto è strettamente preordinato ad un fine di esaltazione del potere imperiale e della ortodossia della fede cristiana.      Il Mausoleo ed il suo apparato decorativo musivo furono realizzati nel tempo di Ravenna capitale dell’Impero Romano d’Occidente (post 402, il Mausoleo costruito post 425), in un’ottica politica di autoproclamazione del potere imperiale e di difesa dell’ortodossia della fede cristiana: fini perseguiti con vari mezzi, fra cui le opere d’arte.
Estremamente attiva in questa azione politica fu l’Imperatrice Augusta  Galla Placidia (n. a Costantinopoli 388/392, morta a Roma il 27/11/450), Reggente negli anni 425-437 per conto del proprio figlio Valentiniano III°, nominato Imperatore in età infantile.     Notevole figura di donna colta, l’imperatrice ebbe un’esistenza non priva di  insidie ed avvenimenti fortunosi, che la costrinsero a spostarsi e vivere in più luoghi dell’Impero Romano: un tratto di internazionalismo che seppe trasfondere anche nelle opere d’arte, architetture e mosaici soprattutto, da lei promosse in varie località dell’Impero Romano d’Occidente (Milano, Roma, Ravenna, Rimini ecc.).
La corte imperiale di Ravenna fu importante centro di cultura bizantina,caratterizzata da particolare attenzione per la trascendenza, dal tentativo di definire e rappresentare la dimensione spirituale; rispetto alle età precedenti, negli artisti bizantini era obiettivo meno sentito la rappresentazione dei fenomeni concreti,delle varie manifestazioni del reale.     Nella decorazione musiva del Mausoleo di Ravenna possiamo riconoscere una equilibrata presenza di naturalismo e trascendenza o astrazione; l’uso di simboli, metafore ed espedienti retorici è fortemente presente nel programma figurativo del Mausoleo.
Da quanto sopra risulta opportuno sottolineare l’eccezionalità dell’ambito culturale e politico in cui è stato costruito il Mausoleo e sono stati programmati e realizzati i mosaici: le due lunette coi cervi alla fonte devono essere studiate nella particolare cultura che le ha espresse, per evitare di cadere in una lettura superficiale delle immagini.  Al fine di un’approfondita comprensione dei mosaici verrà sviluppato un  Saggio che dovrebbe rendere evidente al lettore lo studio accurato e la complessità del programma iconografico, le interrelazioni profonde fra le varie immagini, velatamente o apertamente espresse ed il loro messaggio politico-religioso.  Anticipando il passaggio chiave della conclusione del Saggio, si può affermare che il messaggio politico di autoproclamazione degli imperatori romani di età bizantina doveva di necessità essere chiaramente comprensibile ed universale per i visitatori contemporanei del Mausoleo, ed utilizzare per questo fine immagini e simboli universali, di lettura immediata.   Nella lunetta est si hanno diverse immagini di bella stagione: i fiori bianchi dell’acanto, le piccole onde nell’acqua, i fiori attorno allo specchio d’acqua ed il manto pomellato dei cervi.  Con un minimo sforzo di ricerca si può scoprire che l’acanto è pianta erbacea mediterranea, molto conosciuta nell’antichità per la sua illustre applicazione in architettura (capitello corinzio) ed anche per la presenza nei giardini ed il loro decoro: fiorisce da maggio a luglio con fiori bianchi o rossastri.      Quindi le prime tre immagini elencate risultano essere segni inequivocabili di bella stagione; si può porre il quesito sul manto pomellato dei cervi, se cioè esso fu a sua volta al tempo degli imperatori, segno inequivocabile di bella stagione.
Non si può supporre che gli imperatori introducessero nel programma figurativo con fini politici del Mausoleo un’immagine d’incerta interpretazione: il manto pomellato dei cervi fu certamente in quell’epoca segno inequivocabile ed universale di bella stagione, visibile in un animale diffuso in più località e facilmente riconoscibile.  Il delta del Po ci ha conservato fino ad oggi il Cervo della Mesola, che presenta a livello morfologico i cicli stagionali espressi nelle due lunette est ed ovest.
Sta a noi studiare e concludere su natura e caratteri del Cervo della Mesola e su quali siano le nostre responsabilità nei confronti di una possibile antica sottospecie autoctona di cervo europeo e mediterraneo.
il buon pastore - lunetta di ingresso al mausoleo
lunetta cervi pomellati - bella stagione 
lunetta cervi con manto uniforme - brutta stagione