Altre annotazioni

LA RAPPRESENTAZIONE DEI PALCHI DI CERVO NELLA STORIA.

Nell’antichità greco-romana ed in altre culture storiche, la rappresentazione in affresco, mosaico o sui vasi greci dei palchi del cervo (europeo) è stata per secoli un arduo problema, che deve essere studiato nel più ampio e generale ambito della rappresentazione dello spazio tridimensionale.
Sono escluse da questa indagine le rappresentazioni di cervi di età preistorica; nelle età successive si può comunque riconoscere come i vari tentativi di rappresentazione di palchi di cervo, a partire dal VI secolo a.C., soprattutto in Grecia, ma in seguito anche in Italia ed altrove, non siano soddisfacenti.      Le difficoltà di rappresentazione si originano dal fatto che i palchi sono forme che si sviluppano nello spazio secondo le tre dimensioni di altezza, lunghezza e profondità ed inoltre non sono forme piatte o inscrivibili in qualche modo in un piano geometrico.       Viene inserito nella documentazione iconografica lo schema del palco del cervo europeo: schema che tuttavia  non esprime correttamente la reale forma del palco perché in genere l’asta del palco vista di profilo non è un segmento grosso modo rettilineo ma leggermente arcuato, mentre il palco visto di fronte è decisamente un arco: il corno di cervo è quindi arcuato sia visto di fronte che di profilo.
In questa condizione spaziale già complessa si inserisce l’orientamento delle punte del corno: le tre punte inferiori orientate in avanti (pugnale, ago e mediano), hanno un andamento quasi parallelo, mentre le punte della corona sono apparentemente disposte in modo casuale.    Quanto sopra costituì per secoli un problema insormontabile, al fine di una corretta rappresentazione prospettico/spaziale, poiché il mondo antico greco-romano, e prima ancora egiziano e babilonese, riuscì certamente ad esprimere tentativi di rappresentazione prospettica dello spazio tridimensionale (soprattutto attraverso la assonometria), ma non riuscì mai a cogliere l’unità dello spazio in cui noi siamo immersi insieme a molti altri oggetti: vedi le rappresentazioni di età greco-romana di edifici ed oggetti vari in un contesto urbano, in cui ogni oggetto/edificio è rappresentato con un’assonometria a sé, con assi assonometrici propri, diversi da quelli degli altri oggetti/edifici.
Invece la prospettiva del Rinascimento, inventata soprattutto in Italia ai primi del ‘400, fondata su studi rigorosi di natura geometrico-matematica (Leon Battista Alberti col suo “De Pictura” del 1435, in cui l’Alberti invita chiaramente a studi di geometria; Piero della Francesca col suo “De prospectiva pingendi” degli ultimi decenni del ‘400 ecc.) unifica l’intero ed anche infinito spazio di un’immagine pittorica, sottoponendo tutte le forme a precise regole geometriche (punti di fuga, orizzonte, punto di vista ecc.).     Nel percorso storico di analisi delle varie rappresentazioni pittoriche scopriremo che, col Rinascimento italiano e l’invenzione della prospettiva (vedi i taccuini di Giovannino de Grassi, attivo a Milano negli ultimi decenni del XIV secolo, morto nel 1398; e quelli di Pisanello, n. a Pisa nel 1395 circa, morto a Mantova entro il 1455), le immagini dei palchi risultano sempre più vicine alla loro forma reale ed alla visione fisiologica che ne ha l’occhio umano.

Oinochoe Lévy da kamiros VII sec bc
Louvre Paris
 Sul supporto iconografico di immagini storiche di cervi in questa indagine vogliamo chiarire che esso è stato organizzato prima di tutto per fornire immagini storiche di cervi pomellati sia maschi che femmine, in genere di area mediterranea (Grecia ed Italia in primo luogo).     Al fine di documentare i vari e diversi tentativi storici di rappresentazione dei palchi di cervo, sono state inserite anche immagini di cervi in genere mediterranei ma con manto non pomellato, anche perché non si può ragionevolmente escludere che si tratti della stessa sottospecie o specie ritratta nella brutta stagione (autunno, inverno e prima primavera).
Per evitare dubbi è stata introdotta anche una piccola sezione con vasi greci del VII secolo a.C. in cui sono rappresentati daini con caratteri molto ben definiti e nettamente diversi da quelli del cervo, pomellato o no.
Nelle più antiche immagini di cervo in Grecia del VI secolo a.C. (Artemis o Potnia Theron, oppure Heracles e la Cerva di Cerinea) si tende ad una schematizzazione dei tratti caratteristici dell’animale.   In particolare nella Potnia Theron è evidente la difficoltà di dare un corretto orientamento spaziale alle due corna rispetto alla testa, chiaramente di profilo.
In “Hermes e Sileno” da Vulci, V secolo a.C., in “Caccia al cervo” da Pella, III secolo a.C., in “Incontro fra Oreste ed Ifigenia” da Ruvo, IV secolo a.C. si ha una buona rappresentazione degli animali, anche se le corna del cervo di Pella risultano approssimative, un po’ simili a quelle dei cervi di Piazza Armerina in Sicilia del IV secolo d.C.      Il cervo di Ercolano del I secolo d.C. o ante, nella casa del mosaico di Nettuno ed Anfitrite, ha corna disegnate in modo essenziale e schematico,  simili a quelle dei cervi del Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, del V secolo d.C.
I due cervi della basilica di Santa Maria di Canosa, del IV-V secolo d.C.. hanno corna con numerose punte orientate in tutte le direzioni, simili a quelle dei cervi di San Clemente in Roma, del XII secolo d.C.
Si apre finalmente il Rinascimento italiano ai primi del 1400, ed alcuni grandi artisti danno prova di sé, delle proprie capacità, con risultati molto soddisfacenti sul tema in oggetto, anche se ancora imperfetti.
Giovannino De’ Grassi (attivo a Milano negli ultimi decenni del XIV secolo) nel suo taccuino dà una coerente rappresentazione dei palchi di cervo, anche se l’asta sembra un po’ rigida ed allungata.


Giovannino de Grassi dal Taccuino 1390
Biblioteca civica Bergamo
  
giovannino de grassi Offiziolo_-_L'eterno_e_gli_eremiti particolare














Pisanello (Pisa 1395, Mantova 1455 circa) grande studioso delle forme di animali, come De’ Grassi,  propone buoni disegni oggi al Louvre a Parigi, oltre alla “Visione di Sant’Eustachio” del 1447/’48 oggi alla National Gallery di Londra, opera con un trionfo di immagini di animali, fra cui corrette immagini di cervi.


Pisanello,_disegni,_dorso di cervo louvre
 
Pisanello,_disegni, teste di cervi louvre












Pisanello, visione di sant_Eustachio 

figure del seme di Cervi Stuttgarter Kartenspiel

I cervi della Stuttgarten Kartenspiel datati 1430, in realtà carte da tarocchi con immagini di animali, sono di fattura tedesca.     Immagini ancora un po’ immature rispetto ai grandi risultati dei due artisti italiani.

figura del seme di Cervi Stuttgarter Kartenspiel














Ultimo autore proposto è Frans Snyders (Anversa 1579-1657) pittore fiammingo di età barocca.
Allievo di Bruegel il Giovane, collaborò poi con P.P. Rubens, A. Van Dick e J. Jordaens ottenendo grande successo come pittore animalista, dipingendo animali nei loro quadri.
Si propongono immagini di cervidi e cervi.